Il Comune di Sora cerca un direttore scientifico pensionato e laureato in archeologia per il Museo Civico “Media Valle dei Liri”. La sezione Lazio di Mi Riconosci si esprime sulla vicenda con un comunicato stampa

Anche l’associazione Mi Riconosci, che dal 2015 si batte per la dignità dei lavoratori del settore dei beni culturali, prende parola contro il bando pubblicato il 17 gennaio dall’amministrazione, alla ricerca di un direttore scientifico pensionato e laureato in archeologia per il Museo Civico della “Media Valle del Liri”, dopo la denuncia della consigliera comunale Manuela Cerqua.

L’avviso pubblico è finalizzato all’affidamento dell’incarico di direttore scientifico del museo civico con dichiarata urgenza. L’obiettivo che si legge nella delibera è una “nuova valorizzazione del Museo Civico “Media Valle del Liri“, promuovendone, anche con attività educative e didattiche, le attività e favorendo, comunque, la fruizione pubblica delle collezioni presenti”. Il punto successivo precisa che “alla data odierna, il Museo civico non è compreso nell’Organizzazione Museale Regionale del Lazio e quindi non può accedere ai relativi finanziamenti previsti”, finanziamenti che la regione elargisce con cadenza annuale. Come precisa la stessa delibera il termine scade il 31 gennaio. Dal 2016 infatti è il museo è senza direttore, anno in cui è stato bandito un nuovo concorso, bloccato dall’allora neoeletta amministrazione comunale che ha sostenuto di non avere la copertura finanziaria in bilancio. Inaugurato nel 2005, è chiuso a partire dal 2018.

“Per valorizzare il museo sarebbe necessario disporre di soldi, ma il comune vorrebbe attingere esclusivamente a quelli che la regione Lazio elargisce, con cadenza annuale, ai musei iscritti alla rete dell‘Organizzazione Museale Regionale” spiegano gli attivisti di Mi Riconosci “serve un direttore, e il Comune è riuscito a trovare una strategia per evitare di pagare per averlo. La citata delibera è infatti finalizzata al conferimento di un incarico annuale a un soggetto in quiescenza, dunque in pensione, a titolo gratuito, poiché se le pubbliche amministrazioni non possono attribuire incarichi dirigenziali o direttivi a lavoratori in quiescenza, che “sono comunque consentiti a titolo gratuito” con durata non superiore ad un anno, “non prorogabile né rinnovabile, presso ciascuna amministrazione”.

L’associazione nota che le mansioni previste sono propriamente professionali (“1. svolgimento delle funzioni di referente scientifico del museo previste dalla vigente normativa regionale e nazionale; 2. Proposizione di azioni di promozione dell’immagine della struttura museale; 3. Collaborazione con gli Enti sovraordinati preposti alla tutela delle attività museali.”) e infatti viene richiesta la laurea in archeologia o equivalente. Non solo, sono requisiti preferenziali:“1. provata esperienza in ricerche archeologiche e documentata conoscenza dei sistemi di conservazione dei reperti; 2. incarichi e certificazioni che documentino esperienze maturate nel campo dell’archeologia nonché rapporti di collaborazione con Istituzioni quali Soprintendenze, Università, Musei, etc… per attività di studio, catalogazione, allestimenti museali; 3. studi specifici e/o pubblicazioni scientifiche inerenti argomenti di archeologia”.

“Una richiesta così alta a titolo gratuito è inaccettabile” dichiara  Ludovica Piazzi, referente di Mi Riconosci per il Lazio “Addirittura non è previsto alcun tipo di rimborso spese per l’espletamento dell’incarico. Assumere un pensionato che diriga a titolo gratuito un museo non rivela solo scarsa considerazione del lavoro culturale, ma è offensivo nei confronti dei professionisti altamente qualificati che nel nostro paese sono spesso costretti ad accettare contratti impensabili in altri ambiti.”

La richiesta è ancora più imbarazzante se si considera quanto dichiarato pubblicamente ieri dalla consigliera Cerqua, secondo cui “Da tempo si sente parlare non di come indire un concorso pubblico per individuare un valido professionista per questo ruolo, né di come trovare nel bilancio la copertura finanziaria (per i comuni si tratta di pochi spicci)”.

Il 14 gennaio, peraltro, è stato pubblicato anche il bando del servizio civile sul sito del comune che prevede ben 16 volontari (su un totale di ben 40 per un comune di 25.000 abitanti) sul progetto “Sora Beni Culturali – Settore Patrimonio Storico, Artistico e Culturale”. “Se Sora pensa di valorizzare il proprio patrimonio usando fondi statali e volontariato, affidandolo a pensionati specializzati, sta compiendo un grave atto di miopia, alimentando un sistema malato che confonde lavoro e volontariato consapevolmente e con colpa” concludono gli attivisti.

Mi Riconosci – Sezione Lazio


0 Comments

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *