Mi Riconosci pubblica il comunicato stampa riguardo il bando del comune di San Vito al Tagliamento per la gestione del museo archeologico locale
Dopo il caso toscano del Museo della Paglia, anche a Nord Est si assiste alla svalutazione della professione culturale, a fronte di anni di studio e un’altissima specializzazione. Si tratta del nuovo bando indetto dal Comune di San Vito al Tagliamento per la direzione del Museo Archeologico. Lo denuncia l’associazione Mi Riconosci, che da anni si batte per la dignità del lavoro nel settore culturale.
La sezione archeologica del Museo Civico di San Vito al Tagliamento, oggi nella Torre Raimonda in centro storico, è attualmente chiusa al pubblico. Proprio per riaprirla e per curarne la gestione, il Comune ha indetto un bando per l’affidamento di un incarico di direttore scientifico di durata triennale. Nell’avviso sono specificate le mansioni richieste, che vanno dal curare i rapporti con il Ministero, a “gestire il materiale archeologico del museo”, tra depositi, esposizione permanente, inventariazione e “definizione del progetto scientifico annuale e pluriennale”. Viene richiesto inoltre di promuovere “necessari progetti di catalogazione” e di “opportune collaborazioni scientifiche”. Sulla direzione grava inoltre l’organizzazione di tutte le attività didattiche e “la promozione dell’attività divulgativa di conoscenza del patrimonio archeologico locale”.
I requisiti per partecipare sono laurea specialistica o magistrale con curriculum archeologico, diploma di specializzazione o master di 2° livello in discipline archeologiche (un totale di minimo sette anni di studi) e concorrono a maggior punteggio le “esperienze professionali comparabili con l’attività oggetto”. Scorrendo l’Avviso si possono trovare tutte le informazioni del caso. Per concorrere, ovviamente. Ma anche per provare a farsi un’idea delle scelte del Comune.
Per lo svolgimento dell’incarico verranno infatti corrisposti €6.000,00 lordi l’anno (500 al mese), in unica soluzione, a Partita iva o ritenuta d’acconto, sempre dovendo adempiere a tutte le funzioni sopra descritte. Viene poi specificato che “in caso ci siano due o più candidati che abbiano ottenuto uguale punteggio si provvederà alla scelta con estrazione a sorte”, criterio decisamente singolare. Nel bando non si fa alcun riferimento in merito al monte ore, certamente oneroso viste le mansioni, ma solo alla “piena ed assoluta autonomia, senza alcun inserimento nell’organizzazione del Comune di San Vito al Tagliamento, sia nella sede abituale di lavoro del soggetto incaricato sia nella sede museale e nell’ufficio-laboratorio del Museo Civico”.
“Si tratta di un bando vergognoso, che sminuisce anni di studi umanistici con retribuzioni imbarazzanti” dichiara Erica Martin, storica dell’arte e attivista di Mi Riconosci. “Ancora una volta viene richiesta un’altissima specializzazione, comprovate competenze per le mansioni più disparate ad altissima responsabilità – e dunque una disponibilità oraria potenzialmente illimitata – a fronte di compensi sotto la soglia della povertà” spiega ancora Martin. “I comuni devono smetterla di puntare a questi assurdi incarichi, e indire invece corretti concorsi per funzionari” chiudono le attiviste.
L’associazione Mi Riconosci auspica un passo indietro e una presa di coscienza del Comune, soprattutto rispetto all’immensa sproporzione tra ciò che viene richiesto e ciò che viene invece offerto dall’amministrazione.
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