Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa del gruppo Mi Riconosci? Marche riguardo a Pesaro capitale della cultura e la questione del volontariato culturale

In occasione dell’inaugurazione di Pesaro Capitale della Cultura 2024, Mi Riconosci? torna a denunciare il problema del ricorso smodato al volontariato culturale per garantire lo svolgimento della manifestazione.

Dalla scorsa estate il Comune di Pesaro – riprendendo una prassi che, sin da Matera Capitale europea della Cultura 2019, ha trovato ampio spazio nella progettazione di questo genere di eventi e viene sistematicamente riproposta come modello virtuoso – ha promosso infatti un massiccio reclutamento di volontari/e da impiegare per la riuscita degli eventi e delle attività legati a Capitale italiana della Cultura

“Il volontariato è di per sé un’esperienza lodevole, ma nel mondo culturale si è da tempo trasformato in uno strumento di azzeramento dei costi del lavoro” dichiara Mattia Spadoni, attivista dell’associazione. “Questo causa gravi problemi a tutto il settore, già problematico a livello lavorativo-occupazionale: spinta a ribasso dei salari, abbassamento della qualità dei servizi, creazione di condizioni inique, svilimento della professionalità, normalizzazione del lavoro gratuito”. A maggior ragione se si tratta di iniziative, come Capitale italiana della Cultura, che ricevono finanziamenti pubblici e attirano attenzione mediatica e attrattori economici. “Quello che gira intorno alla costruzione, alla gestione e al successo dei grandi eventi culturali è lavoro a tutti gli effetti, e come tale va trattato ed adeguatamente retribuito” conclude l’attivista. “Per noi, non può esserci alcuna Capitale culturale dove c’è svilimento delle competenze e sfruttamento del lavoro”.

Da anni Mi Riconosci? si batte a livello nazionale per il riconoscimento delle professioni culturali ed è promotrice di una proposta di legge (a partire dalla modifica sostanziale della L. 4/1993) per una regolamentazione del volontariato culturale e la prevenzione degli abusi.

Nel giorno dell’inaugurazione di Pesaro 2024, chiediamo ancora una volta all’amministrazione comunale, al Ministero della Cultura e alle istituzioni di voler rendere Capitale italiana della Cultura un’occasione per parlare anche di cultura del lavoro: se davvero immaginiamo un’idea di Cultura sostenibile, equa e di rilancio sociale, le grandi manifestazioni che si pongono tali obiettivi non possono più reggersi sulle spalle di centinaia di volontari/e non retribuiti/e.


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