Un post sponsorizzato sulla pagina Facebook del FAI volto a reclutare volontari è stato sommerso dalle critiche e dagli insulti, e infine cancellato.

La notizia che commentiamo oggi potrebbe sembrare marginale a chi conosce poco il settore dei beni culturali. In realtà dà la cifra di come stia cambiando il mondo del lavoro nel settore, e soprattutto del livello di esasperazione raggiunto durante e dopo il lockdown. Questi i fatti.

L’11 settembre scorso il FAI-Fondo Ambiente Italiano ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un post, accompagnato da un link con i dettagli, che recitava “Ti piace raccontare la bellezza dei luoghi che ami? Sei convinto che il territorio in cui vivi sia ricco di tesori eccezionali che ti piacerebbe far conoscere agli altri? Condividi con noi la tua passione: diventa volontario per le Giornate FAI d’Autunno”. Probabilmente l’annuncio non ha avuto la risposta sperata, così qualche giorno più tardi il post è stato “sponsorizzato”: per chi non è pratico dei social, significa pagare Facebook perchè il post appaia nelle bacheche di molti utenti.

Non sappiamo in che momento esatto il post sia stato sponsorizzato, sappiamo però che intorno alle 2 di notte del 15 settembre sotto il post compare un primo commento molto critico: “Perché quest’anno invece dei volontari non chiamate le migliaia di guide che sono a casa a causa COVID?”. Nella giornata del 15 settembre il post sponsorizzato arriva su moltissime bacheche, e qualcun altro commenta, sempre criticando la scelta di richiedere volontari. Alle 18 del 15 settembre questi commenti, tutti negativi, vengono notati dagli admin della nostra pagina Facebook: lo screenshot dei commenti diventa un post, che fa notare l’unanimità delle reazioni negative. A quel punto i commenti sotto il post del FAI iniziano ad aumentare a ritmo vertiginoso. Poco dopo le 9 del mattino di oggi, il post è stato cancellato dalla pagina Facebook del FAI, senza dare nessuna spiegazione o giustificazione: al momento della rimozione contava almeno 350 commenti, tutti negativi, con pochissime eccezioni (abbiamo contato due commenti positivi). 

Una tale mole di commenti negativi e critiche feroci sotto un post del FAI ha pochi eguali, e ricorda quanto accaduto tre anni fa quando il presidente della fondazione Andrea Carandini disse che “alle guide turistiche professionali la passione sovente manca”. In questo caso però non è accaduto nulla del genere, il FAI ha soltanto portato avanti una campagna di reclutamento volontari come ogni anno.

E a leggere i commenti, è proprio questo “come ogni anno” che non risulta essere più accettabile, specialmente nella difficile realtà post-Covid. Mentre il turismo collassa e, ancor più di prima, moltissimi professionisti e lavoratori del patrimonio culturale si trovano in grandissime difficoltà economiche, il Fondo Ambiente Italiano (anch’esso in calo rispetto all’anno scorso, ma pur sempre con decine di milioni di euro di fondi raccolti ogni anno) propone quattro giornate d’autunno al posto delle solite due. E per riuscirci, data l’assenza, causa emergenza sanitaria, di molti studenti in alternanza scuola-lavoro e di diversi pensionati volontari, richiede nuovi volontari. Tutto normale, o meglio no, non più, a giudicare dalle reazioni dell’utenza: situazioni straordinarie richiedono un coraggio straordinario. Ed è quello che la piazza social sta chiedendo al FAI. Abbandonare un modello basato sul volontariato per passare a un modello basato sull’impiego di lavoro degnamente retribuito. La dirigenza della Fondazione prenderà atto del cambiamento? A giudicare dalla rimozione senza spiegazioni, parrebbe di no, e sarebbe un grossolano errore.


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