L’associazione Mi riconosci? e il sindacato CUB apprendono con dispiacere dall’assemblea cittadina del 18 ottobre 2022 che l’ex Caserma Artale in via Roma sarà oggetto di un progetto di rigenerazione urbana a quasi totale uso privato.

L’associazione Mi riconosci? e il sindacato CUB apprendono con dispiacere dall’assemblea cittadina, del 18 ottobre 2022, tenutasi presso la chiesa Valdese in via Derna grazie a Una città in comune, che l’ex Caserma Artale in via Roma, quasi 6.000 mq nel cuore del centro storico di Pisa, sarà oggetto di un progetto di rigenerazione urbana a quasi totale uso privato. Purtroppo, come sempre più di frequente accade, nonostante l’area, a pochi passi da piazza dei Miracoli, sia vincolata dal piano regolatore generale del Comune di Pisa a “Servizi di interesse pubblico”, il progetto comporterà lo stravolgimento degli spazi, senza alcun rispetto del valore storico del bene.

L’ex caserma Artale è costituita da un complesso di edifici costruiti tra il 1870 e il 1924, in passato destinati all’alloggiamento e alle attività del Reggimento Logistico Folgore, e la sua piazza d’armi è la seconda area aperta più grande della città dopo quella del Duomo. L’operazione di rigenerazione sarà condotta dalla società immobiliare controllata dalla fiorentina AD Casa, che ha comprato il complesso in asta pubblica il 30 settembre 2021 per una cifra per altro ritenuta non congrua e che aveva già acceso polemiche.

A dispetto di quanto previsto dal piano regolatore, l’area verrà trasformata in uno studentato privato, non convenzionato con il DSU (azienda regionale del diritto allo studio per la Toscana), con una struttura ricettiva, 24 appartamenti, spazi commerciali e parcheggio. All’interno del complesso storico si trova anche un teatro che, dopo oltre un secolo, sarà trasformato nell’ennesimo minimarket.

L’unica vera concessione alla cittadinanza riguarderebbe la grande corte, che dovrebbe essere convertita in spazio verde totalmente pubblico, secondo quanto richiesto dalla Soprintendenza Abap per le Provincie di Pisa e Livorno, che altrimenti non concederebbe i permessi. Tuttavia come rilevato da Andrea Incorvaia, archeologo e attivista di Mi Riconosci?, anche quest’ultimo aspetto appare problematico, poiché il progetto attuale prevede “la presenza di cancelli che non fanno pensare ad un libero accesso dell’area da parte della cittadinanza”. Le perplessità sull’intero progetto sono sottolineate da Federico Giusti, del sindacato CUB: “La struttura, stando a quanto abbiamo appreso dall’assemblea cittadina, potrebbe essere di 4 piani, il risultato rischierebbe di risultare quindi troppo impattante. Il nostro augurio è che il progetto definitivo sia assai diverso da quello descrittoci”.

La vicenda pare l’ennesima prova di come a Pisa si stia radicando una vera e propria tradizione di indifferenza nei confronti dei luoghi culturali dismessi – si veda anche il caso del teatro Rossi su cui Mi Riconosci? si era già espressa – arricchendo tristemente l’elenco italiano dei luoghi storici a vocazione artistico-culturale, riconvertiti e destinati ad attività totalmente diverse da quelle per la quali furono costruiti.

L’associazione Mi Riconosci? chiede pertanto all’amministrazione comunale di intervenire affinché non venga snaturata un’area tanto vasta e importante del centro storico cittadino, dimostrando finalmente interesse e attenzione verso i reali bisogni delle persone che vivono il quartiere e la città tutta.


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