Il giorno 29 agosto abbiamo ricevuto e pubblicato sulla nostra pagina Facebook la testimonianza di Lisa in visita al museo di Santa Giulia di Brescia dove denunciava diversi disservizi legati alla carenza di personale, nel più importante museo della città, e la relativa chiusura di un bagno e di alcune sale espositive. Alla sua testimonianza abbiamo aggiunto una nostra piccola nota a margine: “quali sono esattamente le priorità della Fondazione Brescia Musei, privata ma che vede il Comune di Brescia come socio di maggioranza?”

In risposta al nostro “post al vetriolo” il primo settembre, sul Corriere della Sera di Brescia, viene pubblicato un articolo firmato da Alessandra Troncana dal titolo: “Santa Giulia è inadeguato. E scatta la polemica social” con un tono stupidamente beffardo nei nostri riguardi, di Lisa e di chi ha commentato la testimonia definiti dal giornalista: “critici e presenzialisti social”. Allo “sproloquio social” condiviso da noi risponde Stefano Karadjov, direttore della Fondazione Brescia Musei, giustificando i disservizi del museo con le direttive anti-covid, riportando alcune altre inesattezze.

A seguito delle dichiarazioni rilasciate al giornale dal direttore Karadjov, Lisa Basilico il 3 settembre ha inviato alla redazione del Corriere di Brescia dei chiarimenti. Il giornale ha deciso di pubblicare la replica di Lisa in calce al vecchio articolo, e la replica, come spesso accade, ha avuto meno visibilità delle dichiarazioni del direttore. Pertanto, su richiesta di Lisa, abbiamo deciso di pubblicare anche qui l’intero testo.

“Alla cortese attenzione della redazione. 

Mi presento, sono Lisa, l’autrice della testimonianza condivisa dalla pagina “Mi riconosci? Sono un professionista dei beni culturali” sul museo di Santa Giulia di Brescia. Mi sono presa un paio di giorni per rispondere in quanto sia i commenti del direttore Karadjov sia il titolo e alcune affermazioni presenti nell’articolo comparso sul vostro quotidiano danno prova di un grave fraintendimento della mia testimonianza e questo mi ha scioccata ed irritata. Cercherò di procedere con ordine Anzitutto vorrei sottolineare come nella mia testimonianza non abbia mai definito il museo di Santa Giulia come “inadeguato”, credo anzi che parte delle mie parole, non riportate, riferiscano l’esatto contrario. 

Ci sono state, certo, delle problematiche, come quel “gabinetto-gate” con cui avete aperto la questione, evidentemente minimizzando fatto che una rispettata organizzazione museale debba essere costretta ad accompagnare i propri visitatori al bagno come fossero dei bambini alla scuola materna. Passerei a rispondere al direttore, che ha sentito la necessità di reagire a quello definito sempre dal vostro quotidiano uno “sproloquio social”. Inizierei sottolineando come io non abbia fatto parte degli oltre 10 mila visitatori che hanno usufruito della gratuità, avendo visitato il museo in data 25 agosto e ho riportato come l’attesa sia stata assolutamente accettabile (circa mezz’ora), dal momento che non avevo prenotato. Il problema è stato scoprire solo all’inizio della visita che questa non sarebbe stata “guidata” ma “accompagnata”, diversamente da quanto scritto all’ingresso e come non specificato alla biglietteria, e l’impressione da me ricevuta è che sia stata demandata alla buona volontà dei custodi quella di porsi come “palliativo di servizio guida”, per usare le parole del direttore Karadjov, e non come dei semplici accompagnatori. Perché, e non discuto assolutamente su questo, non è possibile lasciare che i visitatori vaghino da soli per il museo ma resta l’interrogativo sul come non sia possibile, in un’istituzione come il Santa Giulia, avere abbastanza personale per un regolare servizio di sorveglianza riducendosi ad una situazione che, e chi conosce il museo lo sa bene, con un gruppo obbligato di 15 o 16 persone crea facilmente un assembramento in molte sale. 

Molto fraintesa poi è stata la mia descrizione dell’ambiente d’ingresso, che non ha mai voluto essere un’accusa alla direzione del museo. La mia intenzione era dipingere un’immagine di un museo ai tempi del Coronavirus, un’immagine che (e forse avrei dovuto specificarlo) cozzava profondamente con i miei ricordi liceali dello stesso ambiente: uno spazio pieno di vita, di persone, di colori, uno spazio vissuto. Qualcosa che non si potrà vedere ancora per parecchio tempo, temo, pur con la riapertura del bookshop. In chiusura, vorrei comunque complimentarmi per il premio Travellers’ Choice 2020 di Tripadvisor; fa piacere sapere che una rispettata istituzione culturale si ritiene soddisfatta di un premio basato sui voti del vasto pubblico; d’altronde, come ho specificato in chiusura della mia testimonianza, il tipo di visita proposta dal museo potrebbe essere ritenuta più che adeguata dal visitatore medio. Purtroppo questa volta alla visita ha partecipato una laureanda in storia e critica d’arte, che ha notato e fatto notare una serie di carenze e debolezze che non possono essere imputate solo allo stato d’emergenza ma alla tragica e tristemente sistemica carenza di personale regolarmente assunto e qualificato. E non solo al museo di Santa Giulia.

Lisa Basilico”


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