Lettera aperta contro la spettacolarizzazione dello stupro nella mostra genovese di Artemisia Gentileschi.

Dalla sua inaugurazione a novembre, la mostra Artemisia Gentileschi. Coraggio e passione, in corso al Palazzo Ducale di Genova fino ad aprile, fa discutere. 

Dopo aver denunciato l’impostazione problematica della mostra, attiviste, storiche dell’arte, studentesse, giornaliste e alcune realtà, come Non una di meno e Mi Riconosci stanno portando avanti iniziative per chiedere la chiusura della cosiddetta “sala dello stupro” e la rimozione di alcuni oggetti dal bookshop della mostra.

“Abbiamo deciso di pubblicare una lettera aperta, rivolta alle istituzioni che dovrebbero assumersi la responsabilità di un cambio di approccio – dichiara Ludovica Piazzi di Mi Riconosci – ma non solo. Vogliamo che sia rivolta a chiunque voglia sostenere le nostre richieste, perché non possiamo ancora tacere su una mostra che spettacolarizza lo stupro subito da un’artista”.

Alla lettera si accompagna anche un invito rivolto a docenti di scuole primarie e secondarie di I e II grado, affinché sia occasione per un confronto scolastico sui temi della violenza di genere.

“Non si tratta di un caso isolato, tante sono le occasioni in cui nel sistema dell’arte, come nella società tutta – aggiunge Caterina Pizzimenti di Non una di meno Genova – vengono perpetuate discriminazioni, violenze, narrazioni tossiche. Crediamo che l’arte debba essere occasione di crescita collettiva e non specchio di una società patriarcale. Per questo continueremo non solo a tenere alta l’attenzione su questa mostra ma anche a monitorare altre situazioni”.

Se vuoi firmare questa lettera aperta compila il form che trovi qui.

Puoi vedere le persone, i collettivi e le associazioni che l’hanno già firmata qui.
Alcune firme erano incomplete e abbiamo dovuto rimuoverle, se non trovi la tua per favore il form!

Se hai visitato la mostra e hai vissuto un’esperienza disturbante, puoi raccontarla in forma anonima qui.


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