Cosa vuol dire fare cultura a Bologna? Che rapporto c’è tra socialità e profitto? Una cultura indipendente dall’amministrazione comunale è ancora possibile? Cosa rimane dopo Bologna Estate?

“Bologna non è più quella di una volta…”.
Del fermento che ha sempre animato la città rimane poco e questo processo è frutto di chiare volontà politiche: da una parte repressione delle iniziative dal basso, dall’altra uno scenario di medio-grandi eventi promossi dalle aziende dell’intrattenimento.
Bologna sta vivendo un inesorabile processo di gentrificazione che rende i quartieri sempre più inaccessibili a chi li vive e la cultura fa, spesso e volentieri, da apripista.
Proprio come accade con Bologna Estate, il mega cartellone estivo di eventi che tende a tagliare fuori le piccole associazioni e che fa da specchietto per le allodole per il turismo.

Invertire la rotta è possibile. Usciamo dalla logica della cultura come sfruttamento dei territori, delle persone, delle risorse, e lavoriamo per una cultura realmente accessibile a tutti. È ora di uscire dallo stallo e ridare vita all’anima libera e aperta che ha sempre contraddistinto la nostra città!

Durante la serata avremo con noi l’associazione Mi Riconosci, che da anni combatte per un modo diverso di concepire il mondo dei beni culturali. È in prima fila per portare le istanze di lavoratrici e lavoratori del settore, troppo spesso vittime di sfruttamento e precarietà. “Porteremo il frutto dei nostri lavori d’indagine sulle condizioni del settore e le testimonianze dirette dei lavoratori. Il quadro che emerge mostra una situazione in cui troppo spesso prevalgono lavoro povero, precarietà e sfruttamento, dove il settore pubblico è stato sistematicamente impoverito in favore di una sempre più evidente svendita del nostro patrimonio ai privati e all’industria turistica.”

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