“Quella della Regione Abruzzo è una scelta inaccettabile perché dimostra la volontà di un ente pubblico di non investire nella cultura per il proprio territorio, preferendo ricorrere a una soluzione a costo zero dal punto di vista economico, ma molto alto dal punto di vista umano” dichiara Valentina Colagrossi, attivista di Mi Riconosci? “L’impiego di persone in pensione, seppur competenti, a titolo gratuito per svolgere i compiti indicati nel bando – continua Colagrossi – si configura come una forma di volontariato sostitutivo, un fenomeno largamente diffuso in ambito culturale e che esclude dal lavoro un gran numero di professionisti e professioniste, che vedono così sparire un’opportunità occupazionale in un contesto lavorativo già segnato da precariato, appalti al massimo ribasso e retribuzioni povere”.
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