Con il biglietto a 20 euro ci uniformiamo a tutti gli altri grandi musei europei, come il Louvre di Parigi, il Prado di Madrid, il Belvedere di Vienna e il Rijksmuseum o l’Hermitage di Amsterdam, il cui ingresso varia tra i 15 e i 20 euro. Abbiamo deciso di usare il prezzo come strumento attivo per gestire i flussi e creare fruibilità ma anche per dare un valore a quella che io chiamo l’esperienza Uffizi.”

Con queste mielose parole il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, giustificava, in data 22 luglio, il vertiginoso aumento del biglietto d’ingresso alla Galleria (più del 100%) a partire da marzo 2018. Aggiungendo i costi di prenotazione, 4 euro, visitare gli Uffizi dovrebbe arrivare a costare 24€ nei mesi più turistici. Il tutto accompagnato da uno scontone che, durante la bassa stagione, porterà il biglietto a costare anche il 50% in meno… del nuovo prezzo, quindi comunque più di ora. Per tutti.

Non ci soffermeremo sul fatto che simili iniziative, incompatibili con il Codice etico dell’ICOM  in quanto precludono l’accessibilità e non tutelano i visitatori, non contribuiscano affatto, se isolate, alla gestione dei flussi turistici, né ci soffermeremo sul linguaggio da televendita del Direttore (fino al 50%!!), né sul perché tali prezzi sono a nostro avviso del tutto controproducenti: abbiamo parlato di tutto questo in altre sedi. Il Direttore deve monetizzare e ubbidisce agli ordini, non possiamo credere che sia così stupido da pensare davvero che il modo migliore (o perlomeno sensato) per gestire i flussi turistici e per produrre una fruizione profonda e ripetuta sia quello di raddoppiare il biglietto. Una cosa però ci ha stupito: la dichiarazione di Schmidt, che parlava di “uniformare a tutti gli altri grandi musei europei”. Davvero eravamo rimasti gli ultimi fessi a far pagare così poco i nostri Musei?

Ovviamente no.

Il Direttore ha costruito la sua dichiarazione ad arte. Non ha citato i grandi musei pubblici britannici, gratis per tutti, e ha citato tra i “grandi musei europei” l’Hermitage di Amsterdam, ma non quello di San Pietroburgo, che ovviamente costa molto meno. Ma nonostante questa attenta selezione, del tutto parziale, anche gli esempi selezionati fanno acqua da tutte le parti. Il Direttore ci racconta una sua verità, noi con una veloce ricerca su internet ne vediamo un’altra. Non c’è nessuna uniformazione.

Anzitutto, nessuno dei Musei citati ha un sovrapprezzo in alta stagione. Il modello per questo suo delirio da manager in carriera sono gli Hotel, gli ombrelloni e alcuni musei privati, soprattutto americani, ma di certo non i musei europei. 24 euro per visitare gli Uffizi dicevamo (20 senza prenotazione, buona fortuna): presupponendo che non ci siano altri aumenti, dovrebbero esserci ingressi gratuiti per Under 18, tesserati ICOM, giornalisti, pubblici con disabilità. E gli altri musei citati da Schmidt a esempio? in Paesi dove il costo della vita e gli stipendi sono decisamente più alti dell’Italia, vediamo che il Rijksmuseum costa 17.5€, come l’Hermitage, il Belvedere di Vienna 15: entrambi sono gratis e a prezzo ridotto per molte persone in più rispetto agli Uffizi, grazie a card cittadine. Il Louvre costa 15€ ed è gratis per tantissime persone, ad esempio gli studenti fino a 25 anni (che agli Uffizi invece pagano). Il Prado, con prezzi e gratuità simili al Louvre, è oltretutto gratis per tutti dalle 18 alle 20 tutti i giorni. Niente del genere agli Uffizi.

Nessuno dei musei citati costa 24 euro. Forse Eike Schmidt non conosce i musei, in effetti non sembra sapere che per “riportare in Galleria i fiorentini” bisogna lavorare sull’audience development, sul processo di conoscenza, allargamento e diversificazione dei pubblici, unico modo concreto per migliorare le condizioni complessive di fruizione e apprendimento, non sa che in ambito museale occorre fidelizzare e continuare a coinvolgere i visitatori con attività e strategie di mediazione che incentivino la partecipazione attiva alla vita culturale, e potremmo continuare. Ma è più probabile che abbia mentito sapendo di mentire.

Con questa nuova tariffazione presa in prestito dalle compagnie aeree e dagli stabilimenti balneari, gli Uffizi diventerebbero uno dei più costosi musei europei, e uno dei più inaccessibili alla cittadinanza, facendo una rapida correlazione con gli stipendi medi.

Vogliamo sperare che al Ministero qualcuno imponga al direttore di chiedere scusa per le falsità contenute nella dichiarazione, che gli faccia rimangiare queste nuove tariffe e che, magari, imponga di uniformarsi davvero ai grandi musei europei come il Prado o il Louvre, rendendo le tariffe molto più accessibili a tante fasce sociali.

Non si può gestire uno dei più grandi Musei europei come se fosse una piccola galleria privata. Saldi fuori stagione, viaggi premio e menzogne non devono avere spazio agli Uffizi.


3 Comments

Eleni Schindler · 27/07/2017 at 14:27

Il Belvedere Vienna cost 15 Euro, NON 20! 20 Euro sono chiesti per un biglietto a prezzo unico per due oppure tre delle istituzioni gestite insieme. Se già si fa una critica e secondo me giusta, conviene ricercare correttamente.

    miriconosci · 12/08/2017 at 18:22

    Grazie per la segnalazione, il sito ci aveva tratto in inganno, provvediamo a modificare!

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