Pubblichiamo la nostra lettera riguardo il concorso per 518 unità di personale nel Ministero della Cultura in data 8 Novembre 2022

All’attenzione dell’On. Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura

All’attenzione del Dott. Alberto Bonisoli, presidente di Formez Pubblica Amministrazione

All’attenzione dell’On. Paolo Zangrillo, Ministro per la Pubblica Amministrazione

Gentilissimi Ministri e Presidenti,


scriviamo in riferimento al concorso per l’assunzione di 518 unità di personale non dirigenziale nei ruoli del Ministero della Cultura pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.88 dell’8 novembre 2022. Come sapete, essendo il primo concorso per funzionari pubblicato dal 2016, non solo il Ministero, ma anche le migliaia di persone che speravano di poter mettere a disposizione la propria professionalità, vi riponevano grandi aspettative. Eppure, notiamo nel bando alcuni problemi che necessitano di pronta risoluzione.

In base alle informazioni da noi raccolte, attraverso segnalazioni, valutazioni e attenta lettura del bando, sono emerse nel bando stesso alcune carenze ed errori che vi invitiamo a correggere. In particolare, è emerso quanto segue:

 

  • Per quanto riguarda il profilo di bibliotecario, i titoli richiesti sono la laurea magistrale in Archivistica e biblioteconomia (LM-5) o titoli equiparati e diploma di specializzazione, dottorato di ricerca o master universitario di 2° livello. Chiedendo solo la LM-5 (diversamente da quanto accadeva nell’ultimo concorso) si esclude, di fatto, chiunque abbia un altro titolo di carattere umanistico (mentre per il profilo di Funzionario archivista di Stato è sufficiente il possesso di una qualunque laurea specialistica o magistrale unitamente a un diploma di specializzazione, master, dottorato etc.). Ovvero la larghissima maggioranza dei bibliotecari italiani (i corsi LM-5 sono una manciata in tutta Italia), creando una disparità immotivata tra archivisti e bibliotecari. 

  • Riguardo il profilo di paleontologo, sono richieste diverse lauree (Scienze e tecnologie geologiche, Scienze della natura, Biologia, Conservazione e restauro dei beni culturali) e diploma di specializzazione o dottorato o master di secondo livello in materie attinenti al patrimonio culturale: ma la maggior parte dei paleontologi non hanno un post-lauream attinente il patrimonio culturale.

  • Riguardo gli altri profili, si segnalano diversi problemi nella piattaforma di inserimento dei titoli, per cui ad esempio per il profilo di archivista il diploma di Archivistica paleografia e diplomatica, nonostante sia un titolo previsto tra i requisiti di accesso, al momento della compilazione della richiesta, non risulta nella valutazione dei titoli, ma tra i corsi di formazione. O ancora, per chi terminerà Scuola di Specializzazione o dottorato anche solo pochi giorni dopo la scadenza del bando, o l’ha già terminato ma all’estero e ancora non è in possesso del titolo, sarà impossibile partecipare. Senza soffermarsi sui numeri: per il profilo di restauratore, sono stati banditi solo 15 posti, del tutto insufficienti rispetto alle esigenze, così come per quello di archeologo (20 posti) e di storico dell’arte (35 posti).

Dobbiamo poi notare problemi che riguardano tutto il bando.

Per esempio, nel bando si registra una sproporzione esagerata di punti assegnati per chi ha svolto un tirocinio semestrale al Ministero, rispetto a qualunque altra esperienza lavorativa, sia nel settore culturale che nella Pubblica Amministrazione. Vengono esclusi arbitrariamente, per l’ennesima volta, alcune classi di laurea e professionalità specifiche, per esempio laureati in Conservazione e diagnostica del patrimonio culturale (classe LM-11) e  in Scienze Economiche per l’Ambiente e la Cultura (classe LM-76). Anche chi si è laureato nelle Accademie delle Belle Arti, nonostante un’equipollenza sancita per legge, si vede escluso dal concorso a causa di criteri iniquamente restrittivi.
Ribadiamo infine, come per altro abbiamo già fatto nel 2016, l’iniquità della scelta di valorizzare solo i master biennali di II livello, rari e costosi, a cui non tutta la popolazione ha accesso e che andrà a premiare una fetta specifica e limitata della platea di concorrenti. Solo il Ministero della Cultura, peraltro, in tutta la pubblica amministrazione italiana, è richiesto un titolo post-lauream per poter partecipare a un normale concorso da funzionario, mentre lo stesso titolo non è richiesto per concorrere come dirigente di un museo autonomo. Tutto ciò a fronte degli stipendi per funzionari più bassi di tutta la Pubblica Amministrazione italiana.

Sulla base di quanto esposto qui sopra, vogliamo concentrarci anche su alcune riflessioni e proposte per il presente e per il futuro:

  1. Troviamo imprescindibile emanare concorsi pubblici con un numero maggiore di posti disponibili: i numeri del presente concorso, infatti, risultano del tutto inadeguati rispetto alle carenze e ai bisogni del Ministero. Seppur in parte volti a invertire i rapporti del concorso precedente (in cui erano stati banditi pochissimi posti per archivisti e bibliotecari), non è pensabile, anche in presenza di un’abbondante scorrimento delle graduatorie, permettere un accettabile funzionamento del Ministero con solo 20 archeologi o 150 bibliotecari in più, con 8 paleontologi e senza esperti in diagnostica dei beni culturali, ad esempio. 
  2. Crediamo sia urgente riformare la struttura della Pubblica Amministrazione, introducendo una figura intermedia tra l’Assistente alla Fruizione, Accoglienza e Vigilanza (per cui è richiesto solo il diploma, ma un concorso durissimo volto a scegliere soprattutto laureati competenti) e il Funzionario.
    In questo modo, non solo si adeguerebbe il funzionamento del Ministero alla modernità e alla proliferazione di figure specializzate non dirigenziali nel settore museale, archivistico, biblioteconomico e via dicendo, ma consentirebbe di valorizzare centinaia di migliaia di professionisti del settore che, per motivazioni varie, dopo la laurea hanno scelto di non proseguire (o non hanno potuto proseguire) la formazione universitaria ma di dedicarsi con profitto al lavoro per cui hanno intrapreso un percorso di studi.

Fiduciose in una vostra valutazione, restiamo a disposizione per un incontro volto a  discutere dei temi trattati in questa lettera.

Ringraziamo per l’attenzione concessa.

Cordiali saluti,

Il coordinamento nazionale di Mi Riconosci


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