Giovedì 15 settembre è stata annunciata la presa in servizio di 14 dei vincitori del concorso pubblico per Assistenti alla fruizione, accoglienza e vigilanza che lavoreranno a tempo indeterminato nel Museo di Palazzo Ducale di Mantova. Indubbiamente una buona notizia, se non fosse che, a causa delle contraddizioni che contraddistinguono il reclutamento di personale nel Ministero della Cultura, altrettanti lavoratori esternalizzati sono molto preoccupati per il loro destino lavorativo. L’associazione Mi Riconosci?, che da anni denuncia le storture del mondo del lavoro nel settore culturale, fa il punto sulla situazione mantovana.

Si è concluso a febbraio il “concorsone” per l’assunzione di 1.052 unità di personale che lavorerà nei musei statali con mansioni di custodia, accoglienza, biglietteria e assistenza alla visita. Un concorso che si è trascinato per 3 anni e che comunque non andrà a tamponare la carenza di personale che contraddistingue il Ministero della Cultura e che, secondo i sindacati, alla fine dell’anno raggiungerà la metà delle risorse umane teoriche necessarie. Ma chi garantisce l’apertura di musei, biblioteche e istituti culturali, in assenza di concorsi e nuove assunzioni? La risposta è i lavoratori in appalto a cooperative e società, spesso assunti da queste ultime con contratti precari e inadeguati al loro settore, con paghe orarie misere e senza la sicurezza di essere riassunti ai successivi appalti.

I lavoratori e le lavoratrici esternalizzate di Palazzo Ducale a Mantova sono attualmente 14, tanti quanti i nuovi ministeriali; hanno un contratto part-time Multiserivizi di 20 o 25 ore, uno stipendio di 7€ orari e, prima dell’assunzione dei nuovi colleghi, facevano fino a 10-15 ore di straordinari, soprattutto dopo la riapertura post-pandemica. Il loro appalto scade a febbraio 2023, ma ancora non sanno se verrà scritto un nuovo bando e se manterranno il posto di lavoro, se e quanto verranno ridotte le ore. “Se da una parte la conclusione del concorso e l’assunzione del nuovo personale è un dato positivo, dall’altro fa emergere tutte le contraddizioni del sistema dell’esternalizzazione del personale attraverso gli appalti” dichiara Lisa Basilico, attivista di Mi Riconosci? “Persone che lavorano da tre, qualcuno addirittura cinque anni continuativi nel museo mantovano e che lo conoscono come le loro tasche, rischiano di non poterci più lavorare o di ridurre il loro monte ore, a fronte di un salario molto ridotto”, spiega. “Molto spesso i dipendenti delle cooperative in appalto si chiedono perché non possano venire internalizzati, come è successo in qualche caso in passato, dal momento che il lavoro che hanno svolto sino ad ora sarebbe lo stesso di chi viene assunto tramite concorso. Purtroppo la legge non lo permette, anzi, fa sì che esistano trattamenti salariali molto diversi tra dipendenti interni ed esterni, nonostante responsabilità e mansioni siano assolutamente sovrapponibili”.

Le attiviste di Mi Riconosci? auspicano una regolamentazione e riforma del sistema delle esternalizzazioni, che negli ultimi trent’anni non hanno fatto altro che dare vita ad un esercito di lavoratori superprecari e sottopagati. “A questo” conclude Basilico “è necessario affiancare un piano di assunzioni massiccio per coprire i buchi di organico che caratterizzano il Ministero della Cultura ormai da troppi anni”.


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