Al futuro presidente della Regione Veneto.

Il settore culturale produce il 5% del PIL del Veneto e il 6% degli occupati, eppure è rimasto ai margini della campagna elettorale e delle politiche regionali in questi decenni. Si può e si deve fare di più, per tutte e tutti i Veneti e per il bene di questo territorio. Noi attivisti dell’associazione “Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni culturali”, dal 2015 ci battiamo per la qualità del lavoro nel settore culturale e per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sull’importanza di conservare, salvaguardare, valorizzare e promuovere il patrimonio culturale del nostro Paese. Come professionisti, veneti e innamorati di questo territorio, vogliamo sottoporre all’attenzione dei candidati, di chi si appresta a diventare presidente del Veneto, le nostre proposte riassunte in 10 punti, aventi come scopo: il rilancio del settore culturale, dell’occupazione e, di conseguenza, la crescita della nostra Regione.

  1. Assessorato alla Cultura e al Turismo: Sull’esempio di altre regioni italiane, il Veneto deve dotarsi di una governance regionale operativa in materia culturale, attraverso la creazione di un Assessorato alla Cultura e al Turismo dotato di personale specializzato.
  2. Investimenti culturali: Per poter portare avanti un programma culturale concreto ed efficace, è necessario che gli investimenti regionali si attestino ogni anno almeno all’1% del bilancio, contro meno dello 0,5% attuale.
  3. Piano regionale per le biblioteche: Per combattere l’esclusione sociale e culturale, la Regione deve prevedere investimenti volti ad ammodernare le biblioteche esistenti e a istituirne nei quartieri e nei territori sprovvisti, dal momento che in Veneto è attualmente attiva solamente una biblioteca ogni mille abitanti. È inoltre necessario creare un Polo Regionale e un catalogo che includa tutte le biblioteche del territorio, ampliando o sostituendo quello attuale (BinP).
  4. Piano Paesaggistico Regionale: In ottemperanza dell’articolo 135 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (Dlgs. 42/2004), la Regione provveda ad elaborare ed approvare piani paesaggistici a tutela e valorizzazione del territorio. Tali strumenti, attesi da 16 anni, sono necessari per contrastare un incontrollato sfruttamento del suolo e per avviare azioni di riqualificazione e sviluppo di cui il Veneto necessita.
  5. Processi occupazionali virtuosi: la Regione deve guidare finalmente la crescita di un’occupazione di qualità nel settore, sia attraverso un maggior numero di assunzioni pubbliche a livello centrale e soprattutto comunale, sia attraverso parternariati virtuosi con realtà private che si impegnino a garantire adeguate condizioni. Solo con uffici che funzionano e occupazione di qualità si può garantire  un servizio che permetta una reale partecipazione della cittadinanza. 
  6. Accessibilità e partecipazione culturale: La Regione deve garantire il raggiungimento del maggior livello possibile di accessibilità, sia architettonica che economica, all’interno delle istituzioni culturali. In questo senso, appare improcrastinabile l’attivazione di reti museali e culturali che comprendano tutti gli istituti del territorio, di biglietti cumulativi e di ulteriori modalità di coordinazione e valorizzazione pensate con e per i territori, al fine di agevolare la fruizione del patrimonio culturale da parte di tutta la popolazione. 
  7. Fondo Regionale per artisti e lavoratori stagionali: L’emergenza causata dal Covid-19 ha reso ancora più lampante e non più rimandabile l’esigenza di istituire un Fondo Regionale per lavoratori stagionali e artisti, che consenta a questi di avere un reddito minimo anche nei momenti in cui, data la natura della loro occupazione, non potranno lavorare. Non è più accettabile che i professionisti del settore restino privi di tutele e che i beni culturali e la cittadinanza stessa ne debbano soffrire le conseguenze. 
  8. Abilitazione di guida turistica: Data l’assenza ormai quasi decennale di un bando regionale per guida turistica e preso atto del pronunciamento del Consiglio di Stato del 27 agosto 2020, la Regione si faccia portavoce a livello nazionale di una urgente riforma organica, volta a favorire l’ingresso nella professione a nuovi lavoratori della cultura.
  9. Carta Regionale della Cultura: Le evidenti condizioni di precariato e sfruttamento in cui versa il comparto culturale, pongono di fronte all’esigenza di approdare alla redazione di una Carta Regionale della Cultura, ovvero di una serie di linee guida sul lavoro culturale. L’obiettivo è di porre dei limiti ad esternalizzazioni, subappalti ed abuso del volontariato, garantendo la stipula di contratti di lavoro stabili volti a tutelare adeguatamente i professionisti. Il rispetto di tali linee guida, rivolte ad imprese, società, fondazioni, associazioni culturali ed enti pubblici, dovrebbero diventare inoltre il parametro per ricevere fondi e sostegno dalla Regione.

Auspichiamo che il futuro Presidente e il Consiglio Regionale prestino adeguato ascolto al nostro appello. Il settore culturale merita dalla politica un’attenzione degna della sua importanza: la posta in gioco è il futuro di molti giovani e la salvaguardia di un’identità culturale nella quale molti veneti ancora si riconoscono.

Gli attivisti e le attiviste di

Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni culturali – sezione del Veneto


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